Berglandschaft © iStock - Dieter Meyrl

La protezione delle zone montane sta molto a cuore alle associazioni alpine e ambientaliste. Con il “Manifesto per un maggiore rispetto dello spazio alpino” invitano gli operatori economici, i politici e i visitatori a prestare maggiore attenzione e chiedono di porre fine a nuovi progetti di sviluppo.

Nel 2022 il “Manifesto” è stato firmato dalle seguenti associazioni: Alpenverein Südtirol (AVS), Deutscher Alpenverein (DAV), Österreichischer Alpenverein (ÖAV), Club Alpino Italiano Alto Adige (CAI), Heimatpflegeverband Südtirol, Federazione Ambientalisti Alto Adige, Verein zum Schutz der Bergwelt.

Le Alpi sono la catena montuosa più densamente collegata al mondo da strade, impianti di risalita, sentieri escursionistici, rifugi, infrastrutture turistiche, agrico-le e di altro tipo.

Dal “Manifesto”

Lo spazio alpino ha un enorme valore

Molte persone vivono e lavorano nelle regioni di montagna dei paesi alpini. Allo stesso tempo, milioni di persone in cerca di svago visitano ogni anno la regione alpina al fine di distendersi e ricaricarsi per la vita quotidiana. Il paesaggio culturale, caratterizzato da piccole strutture e plasmato dal lavoro dell’uomo nel corso dei secoli, insieme ad alcuni degli ultimi spazi naturali non sfruttati del continente, costituisce un patrimonio fondamentale dell’umanità in Europa ed è la base di sussistenza per la popolazione che vi risiede. Merita il rispetto di tutti noi.

L’urbanizzazione della regione alpina è completata

Le Alpi sono la catena montuosa più densamente urbanizzata al mondo, con strade, impianti di risalita, sentieri escursionistici, rifugi, infrastrutture turistiche, agricole e altre. Certamente è stato questo sviluppo che in passato ha reso la regione alpina uno spazio vitale con un’alta qualità di vita. Da alcuni anni però è stato chiaramente raggiunto il limite: lo sviluppo sta diventando sovrasviluppo.

Allo stesso tempo, la richiesta di grandi eventi (sportivi) sta mettendo nuovamente sotto pressione lo spazio alpino. Ogni nuovo sconfinamento non solo diminuisce il valore dello spazio alpino come paesaggio culturale e naturale, ma anche come risorsa economica. Nuova urbanizzazione danneggia il paesaggio, mette in pericolo la biodiversità, rende lo spazio alpino meno attraente per i visitatori e soprattutto riduce la qualità della vita degli abitanti. L’obiettivo deve essere quello di ottimizzare l’infrastruttura esistente in tutti i settori. Questo include naturalmente il miglioramento della qualità economica ed estetica nonché l’ottimizzazione in termini di conservazione delle risorse, sostenibilità e protezione del clima.

La prima domanda da porsi non deve essere „come è da fare“ ma „se è da fare“.

Ne deriva la domanda fondamentale che deve essere sempre posta per prima in caso di progetti di rinnovo e ristrutturazione di infrastrutture alpine: “questa infrastruttura è ancora necessaria e sostenibile?” Se a questa domanda non si può rispondere con un inequivocabile sì, allora ne consegue lo smantellamento dell’infrastruttura.

Soprattutto in vista del cambiamento climatico e del conseguente necessario adeguamento dei sistemi di mobilità, è ora di riflettere anche su una massiccia riduzione del trasporto individuale motorizzato.

La regione alpina non è solo una meta desiderata, ma anche e soprattutto un elemento vitale – e tale dovrebbe rimanere.

Le Alpi sono un luogo amato e desiderato – sia come spazio vitale che come area ricreativa. Il paesaggio naturale e culturale della regione alpina ha un valore enorme per la società. Per assicurare questa risorsa a lungo termine, è necessaria una sostanziale svolta di pensiero riguardo alle infrastrutture nella regione alpina.

Le persone e le organizzazioni sottoscriventi chiedono di conseguenza l’applicazione sistematica dei mezzi legislativi esistenti per la protezione del paesaggio e dell’ambiente e l’attuazione di misure concrete per la conservazione e lo sviluppo sostenibile dei paesaggi della regione alpina, di estremo valore sociale e ambientale.

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